Considerazioni sulla IoT

Quando ho iniziato a progettare il modello dei dati per i dispositivi connessi a tukutuku (che, se non avessi ancora visto la pagina del mio progetto, è un servizio per web e smartphone che consente agli elettrodomestici di essere controllati da remoto), la prima cosa che mi sono chiesto è: “a prescindere da cosa un dispositivo può fare, quali informazioni può inviare ?”

Che senso ha avere un interruttore di una presa elettrica controllabile dallo smartphone se poi non posso sapere quanto sta consumando l’elettrodomestico collegato !? …eppure molte applicazione di IoT peccano proprio di scarsa informazione/logging da parte dei dispositivi.

Così, allargando il pensiero, mi sono chiesto quali informazioni possono comunicare i dispositivi: in una rete di persone, si condividono parole, immagini, suoni…ciò che i nostri sensi percepiscono.
In una rete di oggetti, quegli oggetti saranno collegati ad una antenna (e quindi possono comunicare la potenza del segnale…da cui calcolare la distanza, come si fa con gli iBeacon). Oppure, come la tuku-one, comunicare la potenza assorbita dal dispositivo collegato al relè…senza contare tutto ciò che i più svariati sensori possono misurare (temperatura, pressione, umidità, ecc)…a patto che ciò abbia un senso o ci sia uno scopo per farlo.

Proprio stamattina, tra i vari post che mi è capitato di leggere, uno in particolare mi ha colpito e riguarda l’utilizzo del dato relativo alla potenza del segnale wirelles per applicazioni di navigazione : in pratica, se l’utente ha necessità di mantenere sotto copertura gsm, e si travo in auto, perché non suggerire (tra le varie opzioni di percorso) quello più coperto dal segnale radio ?! …personalmente (e non mi reputo bigotto in tal senso 🙂 ), mi sembra un po’ estrema come applicazione ma, probabilmente, potrebbero esserci utenti disposti a fare qualche km in più in auto ma non interrompendo una telefonata importante, guidati dal navigatore che ti indica il percorso migliore per non perdere il segnale.

Al di là di questo specifico caso d’uso, questa funzionlità è possibile dal momento che i dati sulla copertura vengono inviati dai device: quindi, gli smartphone, comunicando sistematicamente il valore relativo alla potenza del segnale, andrebbero a costruire una mappa con questa informazione, funzionale a questo servizio.

Un’applicazione concettualmente simile è quella di Google Traffic, che è basata sul riscontro dei dati relativi alla posizione gps degli smartphone con quella del segnale gsm (e che, per fortuna, mi evita di far sempre tardi tutte le mattine 🙂 )

Insomma, di questi tempi tutti parlano di IoT, probabilmente mira a diventare il mercato di riferimento per tutte quelle applicazioni che porteranno a far convergere l’utente digitale con il resto del quotidiano, ma senza una buona visione sulle informazioni che gli oggetti possono comunicare, il vantaggio delle applicazioni di IoT restarà relegato a mere applicazioni di controllo, qualcosa di più simile alla domotica che alla IoT.

Secondo me, i tempi ed i mezzi ormai sono maturi per far sì che gli oggetti finiscano in rete: Steve Jobs, a suo tempo, tradusse questa visione della connessione in rete con la famosa prima dei device (iMac, iPod, ecc), quello che serve è una razionalizzazione delle informazioni e semplicità di fruzione di dati e servizi a vantaggio degli utenti.

Voi che ne pensate ? 🙂

Outernet…la vera internet ?!

Come spesso accade, mi concedo una bella deriva dai portali e i social network e uno dei siti dove mi piace girovagare è Indiegogo.

Oggi, tra i tanti progetti, mi salta all’occhio Lantern : un progetto molto ambizioso, una sorta di canale di accesso parallelo alle informazioni presenti in rete, che sfrutta una piccola antenna per ricevere dati ed i satelliti per veicolare le informazioni (tecnologicamente, l’accesso ai dati via sat non è una grossa novità, ricordo di aver comprato una scheda per PC qualcosa come 10 anni fa…ma è il servizio a corredo dell’oggetto che è molto interessante).

Così vado a vedere la pagina del progetto e Lantern accede a quella che i loro fondatori hanno battezzato the outernet : l’altra internet, quella esterna 🙂

Mi vengono in mente tutte le riflessioni fatte sulla libertà della rete, su quanto – paranoie a parte – esistano aziende, tecnologie e azioni sulla rete che, in maniera più o meno forte, condizionano il comportamento degli utenti e, su larga scala, potrebbero anche condizionare l’evoluzione della nostra specie: sembra assurdo ? …pensate agli effetti dell’utilizzo di smartphone e mouse sulle nostre articolazioni. Senza contare che le abitudini delle persone sono irrimediabilmente cambiate: lo smartphone è ormai l’estensione di una delle nostre mani e, se prima ci si guardava in faccia, ora si fissano qui pixel più di quanto si guarda il mondo reale.

Ma tornando al topic, se è vero che internet è censurata da governi e dominata da giganti di cui i 3/4 sono fisicamente localizzati in una piccola regione della California, come si può liberare veramente la rete !?

the Outernet è una soluzione che sta riscuotendo un grosso successo…ma è anch’essa un’azienda e come tale, quanto impiegherà a modificare il servizio offerto nella direzione più redditizia ?

Nonostante in questi anni abbia spesso cambiato idea sul diritto d’autore, sul open source e sul open hardware quanto c’è de fidarsi di coloro che offrono un servizio apparentemente aperto e libero ?

Qualcuno, una volta ha detto: “se non si paga, sei tu il prodotto”…ed io ne sono più che convinto.

Voi che ne pensate ?

tukutuku su Il Roma

Qualche giorno fa mi ha contattato un giornalisa del quotidiano Il Roma e mi ha intervistato sul progetto.

Ecco il testo dell’intervista, realizzata dal giornalista Francesco Piccolo:

Il 2015 sarà l’anno dell’Internet delle Cose: un’evoluzione tecnologica grazie alla quale gli oggetti di utilizzo quotidiano diventano intelligenti e comunicano tra loro, rilasciando informazioni sui consumi ed automatizzando le operazioni. Si tratta di soluzioni che favoriscono la domotica ed ottimizzano tempi e consumi. Quando questa tecnologia diverrà semplice e alla portata di tutti?
Antonio Picone collabora a Tukutuku, il software che permette di controllare e programmare i dispositivi domestici attraverso Smartphone, Pc e tablet.

Antonio, ci fai un esempio delle potenzialità dell’Internet delle Cose?

Quando si parla di IoT (acronimo di Internet of Things), ci si riferisce spesso al semplice controllo remoto apparecchiature sinora accessibili solo da vicino, come termostati, interruttori, irrigatori.
L’IoT non è solo questo: la rete rende disponibile un’ampia serie di servizi, come previsioni meteorologiche, memorizzazione di informazioni e potenza di calcolo, che di fatto renderanno estremamente più evolute le apparecchiature elettroniche attuali.
L’irrigatore, ad esempio, potrebbe attivarsi in funzione delle previsioni meteo di servizi online, la TV potrebbe scollegare l’antenna se sono previsti fulmini, la lavatrice potrebbe interrompere il lavaggio se nel contempo vi è un altro elettrodomestico che sta assorbendo molta potenza, le luci di casa potrebbero spegnersi automaticamente quando andiamo via; tutto in completa autonomia!

Come funziona Tukutuku, e qual è il suo vantaggio competitivo rispetto ai prodotti simili?

Tukutuku è un software installato su una piccola scheda elettronica provvista di wifi che, quando collegata ad un elettrodomestico, consente di controllarne accensione, spegnimento e monitorarne i consumi.
Una volta connessa ad Internet, la scheda sarà completamente controllabile da PC, tablet o smartphone.

La nostra idea nasce con l’obiettivo di rendere estremamente semplice l’accensione e lo spegnimento degli elettrodomestici, consentendo inoltre l’applicazione di funzioni evolute come quelle descritte prima. Rispetto alle altre soluzioni di domotica, il nostro obiettivo è realizzare un software semplice ma potente, che consenta a chiunque sia in grado di utilizzare uno smartphone, un PC o un tablet di monitorare, controllare e programmare i propri elettrodomestici.

A mio avviso, il vantaggio di Tukutuku rispetto a prodotti e servizi concorrenti sta nel poter abbracciare modelli di business legati sia ai prodotti che ai servizi, siano essi rivolti ad utenti finali che ad aziende: Tukutuku potrebbe essere disponibile in elettrodomestici o dispositivi per la smart home, piuttosto che essere integrato in apparecchiature industriali, senza contare il valore, industriale e domestico, delle informazioni acquisite sul monitoraggio delle abitudini e dei consumi degli apparecchi.

Attualmente state ricercando sponsor per fare di Tukutuku la soluzione nativa di un prodotto domestico. Esiste già un prototipo che si interfaccia con il software?

Si: Tukutuku è attualmente installato su una piccola scheda elettronica di nostra concezione, che si presta bene all’integrazione in elettrodomestici o nella realizzazione di “smart outlet”. Abbiamo realizzato un numero limitato di prototipi e mostrato il funzionamento del software in alcune fiere ed eventi del settore.
Stiamo lavorando ad una versione evoluta della scheda ed alla versione Android dell’app, oltre ad evolvere le funzionalità del software, i servizi premium e l’applicazione di logiche di controllo, programmazione e monitoraggio dei dispositivi.

Oggi, 5 Novembre 2014, alle 9.15 (più o meno, non ricordo…dato l’intontimento generale) è nata mia figlia Vittoria 🙂

È un fagottino di 3.2kg ed è BELLISSIMA.

È una sensazione indescrivibile: fino a qualche anno fa non avrei nemmeno immaginato qualcosa del genere ma la vita è imprevedibile, per fortuna.

Fatemi gli auguri: da oggi sono un papà!!! 🙂

Vi presento tukutuku: il mio progetto di IoT

IoT, per chi non lo sapesse, sta per Internet Of Things: l’internet delle cose…da qualche mese, nei weekend e nel tempo libero, mi sono divertito a realizzare una scheda elettronica ed un software web e per smartphone che consente di controllare e programmare gli elettrodomestici 🙂

Era da tempo che avevo in mente di riprendere confidenza con l’elettronica e ormai il progetto è a buon punto: se venite alla Maker Faire a Roma il 4 o il 5 Ottobre 2014, avrete modo di provare le mie schede ed il software sul web e su iPhone (ma lo svilupperò anche su Android 😉

Intanto, ho appena pubblicato il sito che descrive meglio il progetto, lo trovate qui:

http://www.tukutuku.it