Cosa penso dell’Apple Watch

Ok, nel profondo sapevo che non avrei resisitito e che quando ho visto la presentazione del Apple Watch il mio scetticismo iniziale ed il buon senso da neo papà (che prima di comprare un gadget tecnologico ha altre incombenze) avrebbero giusto un po’ rallentanto  la mia corsa alla scoperta di questo nuovo dispositivo. Lo sapevano i miei amici che, ovviamente, mi hanno preso in giro quando hanno visto la foto del mio Watch su Facebook, perché come spesso accade, mi faccio un’idea, poi rimescolo tutto quanto e magari mi ritrovo a dire o fare il contrario 🙂

Prima di raccontarvi la mia esperienza con l’Apple Watch (che ho al polso da meno di una settimana), vorrei suggerirvi quello che secondo me è il miglior articolo sul Watch in giro per la rete ed, ovviamente, è un articolo di Wired USA:

http://www.wired.com/2015/04/the-apple-watch/

In rete sul Watch, ormai, c’è di tutto: chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, chi dice che costa troppo (e su questo non posso che essere d’accordo), che non avendo il GPS e non essendo water proof (ma solo water resistant), non può esser definito uno smartwatch. C’è chi si lamenta del fatto che in watchOS 1.0.1 abbiano ridotto la frequenza di lettura del battito cardiaco durante l’utilizzo normale e non gli va bene perché vorrebbero avere il cardiofrequenzimetro attivo anche quando non si fa attività sportiva…insomma, in questi mesi ho letto veramente di tutto ma nessun articolo è riuscito ad inquadrare, almeno secondo me, quello che il Watch “rischia” di portare nelle nostre vite digital addicted : una minore dipendenza da smartphone.

Sì perché se prima avevo l’iPhone costantemente incollato alla mia mano destra, ora ho l’iPhone sparso da qualche parte in casa o in ufficio e il Watch al polso: “embé, sempre un device incollato addosso, no ?!”

Più o meno: l’orologio è un device che non deve catturare l’attenzione di chi lo indossa, non deve servire a fare tutto ciò che ormai facciamo con uno smartphone, non dobbiamo rincorrere a cercare su una scrivania o in una borsa…e magari non ci terrà incollati a fissare il polso come invece spesso accade con lo smartphone: qualche settimana fa ero a cena con Angela e non abbiamo potuto fare a meno di notare che agli altri tavoli c’erano sì persone ma tra loro c’erano degli smartphone, ormai talmente grossi e vistosi che avrebbero dovuto apparecchiare anche per loro 😐 …una tristezza!

E questa è la sintesi di quanto il Watch abbia davvero iniziato a cambiare le mie abitudini: ormai lo smartphone lo uso raramente, solo quando devo fare qualcosa che richiede di dover scrivere, cercare in rete, e così via. Tutto il tempo che ognuo di noi passa a guardare lo smartphone per leggere notifiche, per controllare se ci siano chiamate perse, per vedere che ora è o, addirittura, per la sola malsana abitudine di avere lo smartphone in mano (non sia mai ci perdiamo una delle cose appena descritte), con il Watch è tempo recuperato: se arriva una chiamata o ci sono notifiche, ti avvisa lui in maniera discreta e con un rapido sguardo al polso la questione è risolta 😉

L’ Apple Watch ha inoltre, un eccezionale cardiofrequenzimentro: in rete si trovano anche approfondite analisi comparative con prodotti specifici per la misurazione del battito in ambito sportivo e pare che il Watch sia veramente molto preciso.
Ovviamente, se lo sport non interessa, ci si perde una delle più importanti feature di questo dispositivo e, oggettivamente, il Watch in questo caso perde una grossa fetta del suo appeal: io è da anni che non pratico sport in maniera costante ma, come ho imparato ormai anni fa alle prime lezioni di Spinning, diventa fondamentale usare un cardio soprattutto quando lo sport non lo si pratica costantemente.

Per quanto mi riguarda, è in ambito sportivo che l’Apple Watch va veramente alla grande: le misurazioni sono precise (confrontate con il mio storico cardiofrequenzimetro Polar, c’è uno scostamento intorno al 5%), tra l’altro la fascia addominale Polar potrebbe spostarsi più facilmente di quanto non si sposti, invece, il Watch indossato con la giusta aderenza.

Inoltre il Watch, sebbene non abbia il gps, riesce ad essere moltro preciso nel calcolo della distanza percorsa: basta fare 20min di calibrazione (ad es andando a correre con l’iPhone la prima volta) e, dalla volta successiva, il telefono può anche restare a casa: io ho iniziato a correre misurando la distanza da sotto casa, dopo 20min esatti ho messo l’iPhone in modalità aeroplano e son tornato indietro. Ad 1m dal cancello di casa il Watch segnava la stessa distanza percorsa all’andata: se non è precisione questa ?! 🙂

Ma non c’è solo questo: con quello che costa l’Apple Watch ci si potrebbe regalare il miglior cardiofrequenzimentro in circolazione spendendo la metà.

È un dispositivo fondamentale ? Assolutamente no, se ci pensiamo anche lo smartphone non lo è, ma quanto siamo diventati dipendenti da quest’ultimo ?

Quello che mi ha colpito del Watch, però, è sì l’ambizione a distogliere la nostra attenzione dallo smartphone, come sapientemente raccontanto nell’articolo di Wired che ho riportato sopra ma soprattutto come si sia arrivati ad un prodotto come questo: pare che il team di sviluppo del Watch abbia lavorato un po’ come il team Macintosh ai tempi,  realizzando secondo me qualcosa che in un certo senso va a rompere uno schema (quello di interazione con i vari strumenti di comunicazione che questa era ci offre), ci allontana dallo smartphone e dalla ormai invadente presenza degli iDevices (sarà un caso che l’Apple Watch non si chiama iWatch ?!) e poi, realizzare un’esperienza utente completamente nuova, re-inventare l’utilizzo della corona dell’orologio in una interfaccia di un dispositivo estremamente digitale, disegnare un nuovo font ed il comportamento del’aptic engine con cui il Watch ti fa sentire le notifiche attraverso uno dei sensi che per la prima volta assume una valenza completmanete nuova (il tatto: dove se non in un dispositivo indossato).

Insomma, ora come ora a me l’Apple Watch affascina quanto il primo iPhone: ok, probabilmente anche il livello di maturazione di questo Apple Watch è paragonabile al primo iPhone: molte cose vanno migliorate e, fortunatamente, molto dipenderà dal software.
Sicuramente le prossime versioni lo renderanno un oggetto più sottile, più potente, magari impermeabile, ma ciò su cui mi aspetto Apple si spinga ancora oltre è l’esperienza utente e quindi come il software sfrutta i sensori ed il display del device: se ci pensate, ai tempi del primo iPhone non esisteva l’app store: ora sembrerebbe assurdo avere uno smartphone senza la possibilità di scaricare delle app…eppure abbiamo sviluppato questa esigenza solo dopo aver utilizzato per più di un anno un oggetto che abbiamo imparato ad utilizzare in quanto privo di tastiera fisica (ricordo il motto “the touch is the new click“).

Sarà che di questo mondo (quello digitale, intendo) mi affascina più di ogni altro aspetto il rapporto uomo-macchina ma è proprio su questo aspetto che Apple, almeno per quanto mi riguarda, non ha deluso le (mie) aspettative: oggi ho al polso qualcosa che si spinge ancora oltre le abitudini consolidate dai dispositivi che utilizziamo ed è qualcosa che l’uomo già conosce, non dobbiamo imparare nuovi paradigmi di interazione e forse riuscirà pure a farci riprendere parte del nostro tempo; persino Siri sul Watch è più disinvolta rispetto al passato: spesso mi diverto a chiederle che ore sono e, nonostante le sue battute siano soprattutto nerd, quasi traspare una personalità degna di un romanzo di Asimov: “Liar!”, ad esempio…che se non avete letto e amate il genere, vi suggerisco fortemente!

ciao 😉

Safari 4: il Browser che aspettavo…

E’ di poche ore fa la notizia ed è già disponibile sul sito della Apple il downlaod del nuovo brower: Safari 4, per Mac e PC.
Tantissime le novità: da una rivisitazione dei tabs (bisogna ammetterlo, scopiazzato Chrome) ad una visione Cover Flow bidimensionale dei siti che si stanno visitando.

Inoltre, digitando un indirizzo nella barra degli indirizzi, compare la cronologia (presentata in maniera aggregata per sito, molto più coerente), non manca il suggest nella barra di ricerca di Google.
Ma il meglio è sotto il cruscotto: il nuovo WebKit che promette prestazioni 3 volte superiori a quelle di Firefox 3.
Non solo, avete presente Firebug ? …c’è qualcosa di molto simile anche su Safari 4 (chiamato Web Inspector): comodissimo per chi sviluppa e, a differenza di Firebug, permette di “registrare” ciò che accade durante la navigazione di un sito (ad esempio per verificare quali script restano in cache e quali no), fornisce una “metrica” per gli oggetti del CSS: visualizzando le cornici dei DIV in una griglia con tanto di dimensioni, allineamento, ecc…molto più a colpo d’occhio rispetto all’inspect di Firebug.

…sempre in Web Inspector, i contenuti della pagina sono presentati in un grafico pipe in termini di tempo e di peso in kB, relativamente a tutte le tipologie di contenuti (immagini, testi, script, css).

Per ora Safari 4 è solo in inglese, è davvero molto veloce (almeno la mia prima impressione è questa) e spero non faccia brutti scherzi in termini  di stabilità: a volte mi capita di lasciare aperte decine di pagine e, a volte, centinaia di tab di pagine che sto guardando…non oso immaginare se andasse in crash 🙂

Ciao a tutti,
Antonio 😉

Me, myself and…Apple

C’è voluto poco, l’altra sera, a tramutare una serata tra amici a bere birra e mangiare pizze in una mia arringa in favore del mondo della Mela…il punto è che, come se già non bastasse la mia voglia di chiacchierare, poi si è aggiunta la presenza del mio amico Diego che (per quanto brillantemente mascheri la sua fortissima curiosità verso Apple con uno spirito di apparentissima impiarzialità verso le piattaforme informatiche) ha inevitabilmente alimentato la mia voglia di “evangelizzare” l’ennesima “pecorella informatica smarrita” 🙂 

Non me ne voglia Ale…ma, a volte non esistono motivazioni che tengano ad avvalorare l’idea sviluppata in anni di utilizzo in cui ogni aspetto, ogni scoperta nell’uso quotidiano di un prodotto ti confermi quanto il vero peccato sia stato non essermi ravveduto prima delle mie (dell’epoca, sue attuali) perplessità legate ai costi di qualcosa che nasce per FUNZIONARE, per essere BELLISSIMO, per diventare parte della tua produttività…semmai fosse solo alzare il display del TUO portatile e scrivere un post come questo.

…come non esiste un motivo per cui Steve Jobs continua a non decidersi sulla forma che devono avere gli iPod shuffle/mini/nano (questa la capiranno solo coloro che come me ne hanno comprato uno 🙂 )

Il bello dei prodotti Apple, secondo me, è proprio questo: genio e sregolatezza in un colpo solo…non voglio annoiarvi sulle bellissime parole già spese in tantissime occasioni su quanto i prodotti Apple siano dei sistemi completi, ingegnerizzati, concepiti per sfruttare al massimo ciò di cui sono fatti (dai materiali, al software) e non un ammasso di componenti infilati in carcasse di plastica piene di adesivi e di sistemi operativi lenti e Home Basic 🙂

…ma questo è lo scotto da pagare per coloro che non pensano che ciò che non serve va eliminato (come i floppy e le seriali dai notebook, ad esempio).

Intanto riguardo Ocean’s twelve…e mi chiedo come mai a fianco di Brad Pitt ci sia Cathrine Zeta Jones e non Angelina Jolie…vabbè 🙂 …divagazioni tipiche da ingegnere informatico ?! 😀

‘notte a tutti! 😉

iPhone 3G…cosa manca (ancora)

Dopo più di un mese dall’acquisto mi trovo di tanto in tanto a pensare a cosa manchi all’ iPhone 3G per essere un prodotto completo: se è vero che ad alcune features assenti nell’iPhone ci si può rinunciare tranquillamente, non è così per alcune funzioni disponibili ormai su terminali che costano 1/3 del gioiello di Steve Jobs.

…sta di fatto che mancano ancora:

  • Supporto agli MMS
  • Registrazione video
  • Videochiamata

Cosa migliorare:

  • Registro chiamate, puoi scorrere tutte le chiamate, quelle perse e cancellare tutto il registro, nulla di più
  • Sms: sarebbe utile avere il conteggio caratteri/sms in fase di scrittura: con quello che costano gli sms con alcuni gestori, si rischia di pagare anche 1€ per un long sms
  • Sms: la vista in modalità chat non è sempre utilissima, magari prevedere un elenco per categoria (inviati, bozze, ricevuti) e poi la possibilità di vederli nei baloons come ora

Programmi must

  • TomTom
  • Blacklist (per bloccare chiamate/sms da alvuni numeri o in base a criteri quali fascia oraria, gruppi, ecc)
  • Skype
  • Software VoIP per la gestione di un numero virtuale nazionale (come skypho di Eutelia), cosa presente ad esempio nel mio Nokia E65
Spero che a Cupertino non se ne stiano con le mani in mano (anche se in rete gira voce che entro Natale presenteranno un iPhone mini)… ciao 🙂 

Sincronizzare GRATIS iCal con Google Calendar

Ciao a tutti…da buon ingegnere informatico sono sempre attento agli standard e, se fortunatamente la suite di prodotti che compongono il meraviglioso mondo di OS X li rispetta in tutti i settori, spesso non è così per il web: spesso sono necessari accrocchi per far comunicare applicazioni con protocolli diversi (ricordo che quando lavoravo in T*lecom non c’era verso di far andare Mail di OS X con il server Exchange aziendale…

…fortunatamente i tempi sono cambiati e, fortunatamente, Google è molto attento agli standard: uno di questi è CalDAV: uno standard (l’RFC risale al 2003, pensate un po’…) che definisce il protocollo ed i dati per la sincronizzazione di eventi in un calendario.

iCal 3.x supporta CalDAV…e…UDITE UDITE…ora anche Google Calendar lo supporta!

Ergo, di seguito vi dirò come sincronizzare iCal con Google Calendar in maniera bidirezionale AGGRATIS 🙂

Cominciamo:

Presumo che se state leggendo questo articolo con la stessa attenzione con cui io l’ho scritto, abbiate già un account Google…vi serviranno UserId e Password.

Procediamo:

  1. Apriamo iCal
  2. Dal menu Preferenze -> Account inseriamo una Descrizione (ad esempio Calendario su Google), Username e Password sono quelli con cui ci logghiamo su Google
  3. Apriamo la voce Opzioni server ed inseriamo https://www.google.com/calendar/dav/[USERID]/user (dove al posto di [USERID] c’è il vostro Username di cui sopra
FATTO 🙂
Semplice, no?! …a questo punto non serviranno più i vari SpanningSync, BusySync, GSync, ecc…che tra l’altro mi incasinavano i calendari con tanto di duplicati.
Ahh….dimenticavo una chicca: immagino già che mi si dica “ok, ma se io ho più calendari ?”
FACILE:
  1. Andiamo su Google Calendar
  2. Impostazioni Calendario (per il calendario che ci interessa)
  3. Copiamo l’ID del calendario (lo troviamo in basso, dove c’è l’indirizzo per i vari formati)
  4. Aggiugiamo in iCal un altro account, con gli step di cui sopra, ma inserendo nelle Opzioni Server:  https://www.google.com/calendar/dav/[USERID]/user dove al posto di [USERID] c’è, indovinate, l’ID appena copiato.
Aspetto commenti 😉